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Pasto casalingo domenicale

Questo articolo è stato pubblicato sul primo numero della rivista "The Rat Press".
Per leggerla, clicca QUI!
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I ratti, si sa, sono animali golosi e spesso si tende a viziarli col cibo in maniera scorretta! Dare il mangime di qualità inferiore ma più gradito, dare troppi alimenti grassi o proteici, sono tra gli errori più comuni. Per fare un parallelismo umano, a volte siamo un po' come il genitore che per uno spuntino da merendine confezionate al posto di una spremuta di arance e biscotti integrali.
 
I vizi servono al buon umore e anche, ammettiamolo, a noi! Vedere la calca appena si sfiora il sacchettino dei premi e la fretta improvvisa di accaparrarsi il pezzo migliore quando si porge lo snack, ci scalda un po' il cuore.
 
Tuttavia, spesso la differenza tra un vizio salutare e uno che invece non lo è, è questione di abitudine.
Piuttosto che dare un biscotto ricco di dolcificanti vari, meglio optare per un paio di mirtilli oppure qualche seme di zucca! Ecco quindi una proposta, una piccola guida alla creazione di una buona abitudine settimanale, un vizio speciale e salubre, il pasto casalingo domenicale!
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 I cereali
 
I cereali, (inteso come cereali e pseudocereali in questo caso, per facilitare la comprensione), sono la base della loro dieta. Non si parla dei cereali per la colazione!
 
Composti soprattutto da carboidrati, pochi grassi (non cotti, la quantità varia dall'1% al 4% circa) e una piccola parte di proteine ( meno biodisponibili rispetto ad altre fonti, e non contengono tutti gli aminoacidi essenziali). che,  sempre prendendo il prodotto crudo, vanno dal 5% al 16%.
 
La lavorazione influisce grandemente sulla presenza nutrienti, oltre alle differenze dovute alla tipologia di cultura, di stoccaggio e nelle caratteristiche del terreno di coltura.
 
Possiamo quindi trovare il cereale integrale, privato del tegumento esterno ma che conserva il germe e la crusca. I cereali integrali hanno un quantitativo di nutrienti più alto. Sono più ricchi di fibre, specialmente quelle insolubili, oltre a proteine, lipidi, minerali.
I cereali perlati o brillati invece subiscono una lavorazione più pesante, che lascia  solo l'endosperma, Risultano con meno fibre e con una quantità di carboidrati maggiore, a discapito di minerali, proteine e lipidi, ma sono più digeribili.
Una via di mezzo sono i cereali decorticati, a cui viene tolta parzialmente la crusca, lasciando il germe.
In commercio alcuni sono più facili di altri da reperire, per trovare tipologie meno comuni si può cercare nei negozi ad impronta bio/salutista o etnici o ancora nei supermercati più grossi.
 
Cereali divisi per utilizzo
 
I cereali che si trovano integrali o decorticati sono: amaranto, avena, farro, frumento/grano duro, grano saraceno, mais, miglio, orzo, panico, quinoa, riso mondo/integrale/bruno, segale, sorgo.
Quelli con un basso contenuto di fosforo: mais, orzo (perlato), riso (brillato), miglio. Si possono usare per i ratti anziani o con problemi renali.
Con un tenore proteico più alto abbiamo: avena, farro, quinoa, amaranto, grano saraceno, grano duro.
Invece, dal tenore proteico più basso: mais, riso, orzo, sorgo e miglio.
 
Come cucinarli?
 
La cottura serve per rendere il pasto più appetitoso e digeribile.
Per renderli digeribili al punto giusto, vanno cotti al dente, in acqua non salata! Come aiuto extra, si può aggiungere poco poco aceto durante la cottura, ma non è assolutamente indispensabile.
Se dai uno sguardo alle composizioni analitiche, prendiamo la quantità di proteine, considera la differenza tra l'alimento cotto o crudo. Nel riso brillato crudo, le proteine ammontano al 6.7%, nel riso brillato cotto invece sono il 2%, a parità di peso, dato che la quantità di acqua aumenta grandemente. Dando cereali cotti, bisogna tenerlo a mente.
 
Un trucco molto poco conosciuto, è quello di far sviluppare le mucillagini. Dopo aver preparato alcuni cereali come l'avena, l'orzo o il grano saraceno, bisogna lasciarli riposare con poca acqua di cottura, che verrà in parte assorbita e aiuterà a rilasciare questo particolare composto. Non vanno poi sciacquati, quella sostanza appiccicaticcia ha diverse proprietà utili.
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Le verdure
 
Le verdure sono una parte importante del pasto domenicale casalingo, ma non solo; danno un bell'apporto vitaminico e minerale, per non parlare dei numerosi fitonutrienti!
 
Diverse vitamine sono termosensibili, per questo è meglio dare verdure crude, tranne quelle che bisogna cuocere per diversi motivi, che vedremo più avanti.
E' importante anche lavarle sempre, offrirle a temperatura ambiente, seguire possibilmente la stagione e non farle sostare troppo nel frigorifero.

In questa occasione, si uscirebbe troppo dal tracciato se si andasse a parlare di ogni ortaggio, quindi vedremo insieme i punti salienti.
 
Le insalate
 
Ci sono diversi tipi di insalate disponibili! Si possono dividere in categorie.
Le cicorie, che comprendono le diverse tipologie di radicchi (verdi, rossi e variegati, più i vari IGP), pan di zucchero, indivia belga e catalogna.
Le indivie riccia e scarola, le lattughe, sconsigliate per l'elevata quantità di nitrati, e le erbe di campo!
Riguardo quest'ultime, ci sono in particolare due cultivar ormai "domestiche", che sono rucola e valeriana, detta anche valerianella o songino. Inoltre, passeggiando lontano da smog, strade e terreni con pesticidi, si possono raccogliere alcune erbe spontanee come trifoglio, cicoria selvatica, piantaggine maggiore e minore o l'immancabile tarassaco, che risponde anche al nome di dente di leone, di cui si può dare anche il fiore.
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I legumi
 
L’affascinante famiglia di vegetali delle leguminose, comprende diversi alimenti. Spesso non vengono inseriti nell’alimentazione del ratto perchè, quelli che non si possono dare crudi, richiedono dei tempi di preparazione abbastanza lunghi. In realtà, sono una discreta fonte di proteine (non tutti) e un buon piano dieta è bene li comprenda.
 
Alcuni legumi, come avrete probabilmente sentito, vanno dati cotti! Corretto, Se però non sapete quali invece possono essere dati crudi, eccoli qui: fagioli adzuki, tutte le diverse lenticchie, fagiolini verdi, taccole, piselli e fagioli mung.
 
Le proteine contenute in questi legumi cotti, oscillano attorno al 7% e 8%: lenticchie, fagioli, fave, ceci. I piselli più del 9% se freschi e crudi, da secchi invece più del 21%, i fagiolini verdi crudi invece solo il 2%. Ricca di proteine è invece la farina di soia, che arriva a oltre il 36%. I germogli invece sono sul 6%.
Un po’ in disparte le arachidi, col 29% di proteine e 50% di grassi, come i fagiolini, hanno un ruolo alimentare diverso dagli altri legumi!
La qualità delle proteine contenute nei frutti delle leguminose, oltre ad essere meno facilmente assimilabili dall’organismo, sono “incomplete”, non bastano, da sole, nel garantire un apporto corretto di aminoacidi essenziali, per fornirgliene un’adeguata quantità, bisogna abbinarle a quelle dei cereali.
 
La preparazione, per quelli da dare cotti, consiste in un ammollo di diverse ore o, ancora meglio, tutta la notte, in acqua fredda, possibilmente cambiata più volte.
Vanno poi scolati e fatti cuocere per diverse ore.
Quelli sicuri da dare crudi o secchi, si possono dare tali quali oppure fatti germinare.
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Alimenti di origine animale
 
I ratti sono animali onnivori, parte della loro dieta naturale consiste in animali, sia vertebrati che invertebrati, come insetti, lumache, pesci, bivalvi, uccelli - ma soprattutto le loro uova - e altri roditori.
Hanno anche un certo istinto predatorio, capita di vederli lanciati in appassionati inseguimenti ai danni di un’inconsapevole falena o di una sfortunata bacchetta piumata per gatti.
Oltre a far parte della loro dieta ancestrale, dare proteine animali, ci permette di assicurare più facilmente una buona quota di proteine e altri micronutrienti come biotina, rame o calcio.

 
Quali?
 
Tra le fonti più comuni, troviamo il pollame, che si presta bene per il contenuto di lipidi relativamente basso. Tra il pollame, i meno grassi sono: pollo, quaglie, tacchino, piccione, faraona, Vanno dati senza pelle, privandoli del grasso visibile e scegliendo tagli magri come il petto. Si possono tranquillamente lasciare le ossa a disposizione, anche quelle ben cotte, prediligendo quelle meno grosse, per via del midollo. Dopo qualche ora, vanno rimosse per evitare che assumano troppo calcio!
Il petto contiene di media il 30% di proteine e l’1.6% di grassi. Gli altri tagli, facendo sempre una media, di proteine del 29% e il 6% di lipidi.
 
Le uova sono un ottimo alimento, quelle di gallina si possono dare, previa bollitura, intere! Non tutti capiscono subito come fare per accedere al prezioso contenuto, in tal caso, basta praticare un piccolo foro per facilitargli il lavoro.
Quelle di quaglia sono nutrizionalmente migliori e si possono dare crude.
Proteine: 12-13%, grassi 9-11%
 
Animali da reddito, di taglia più grossa del coniglio, come manzo o maiale, si possono anche non dare. In parte perché hanno carni più grasse, in parte perché non sono solitamente presenti nel menù dei ratti selvatici.
 
Virando verso l’ambiente acquatico, do regolarmente piccoli pesci come sardine e acquadelle, conosciute anche come latterini. Evito pesci più grossi come salmone o tonno, un animale carnivoro e dalla vita più lunga, risulta con dei livelli di inquinanti maggiori.
 
Non scordiamoci degli insetti, ricchi sia di proteine che di grassi, ben più dei “colleghi” più convenzionali. Tra i più adatti abbiamo le varie specie di grillo, le camole della farina e infine le blatte. L’ideale sarebbe fornirli vivi, dopo averli alimentati per qualche giorno.
 
Per ultimi, i prodotti caseari. Non ne sono una grande fan, sono composti da una bella quota di lipidi (attorno al 30%, contro il 4% del loro fabbisogno), per non parlare dello zucchero negli yogurt o il sale nei formaggi a pasta dura.
Ok qualche ditata di un buono yogurt, magari magro, come vizio settimanale, ma i tocchi di grana per la “quota proteica”, no.
Ogni tanto servo una piccola quantità di kefir, ma questa è un’altra storia....


 
Cottura
 
Come scritto sopra, qualcosa si può dare senza passare per i fornelli (uova di quaglia, insetti), il resto, meglio cuocerlo.
Sicuramente vanno dati ben cotti a tutto spessore i pesci, in particolar modo se non sono stati congelati per diversi giorni. Pollame e coniglio, possono esser fatti bollire anche solo per qualche minuto, così come le uova di gallina, che possono essere date col tuorlo ancora morbido.
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Integrazioni
 
Alcuni particolari alimenti possono essere aggiunti al pasto casalingo domenicale, ognuno con la sua ragione e il suo corretto dosaggio.
 
Oli
 
L’olio è grasso puro, ma non è da demonizzare. Gli acidi grassi essenziali, con in vetta il famoso omega 3, sono, come dice il nome stesso, essenziali! Non sono (e siamo) in grado di crearceli partendo da qualcos’altro, quindi vanno assolutamente integrati con la dieta.
Dando un pasto creato in casa, è fondamentale capire se c’è bisogno di aggiungerli e, nel caso, cercare di aggiungere omega 3, che più difficilmente fanno parte del pool di grassi presente nella loro dieta. Gli oli più ricchi di questo componente sono ricavati da lino e canapa. Altri oli interessanti sono l’evo, cocco, soia, mais. Vanno preferiti quelli estratti a freddo e va anche prestata attenzione alla conservazione corretta!
 
Aglio
 
Si sa che l’aglio vanta numerosi benefici. Però spesso viene indicato come uno degli alimenti più pericolosi per gli animali!
In realtà, se usato correttamente, non si corrono rischi, escludendo quello di veder rifiutata l’intera ciotola da un ratto non abituato al suo particolare odore.
Tra i vantaggi principali riscontrati nei ratti: antimicrobico, regolatore del colesterolo, antiossidante, prevenzione di alcuni problemi cardiovascolari, aiuta la flora batterica “buona” intestinale, sostiene il sistema immunitario e si potrebbe continuare ancora.
Il modo migliore per darlo è crudo. Per i ratti non abituati, bisogna fare un po’ di prove, aggiungendone una quantità minuscola inizialmente, ben tritata, e aumentare gradualmente, nel corso del tempo. Come quantità, si può dare una punta di coltello una volta a settimana, in eccesso può portare a disordini gastrointestinali e all’anemia.
 
Frutta
 
Ho deciso di inserirla tra le integrazioni perchè, oltre a mantenere tutto meno ordinato e meno prolisso, in realtà non è strettamente necessaria.
Ma siccome ci piace viziarli e sappiamo che è importante variare gli alimenti e fargli fare anche esperienza culinaria, la frutta la diamo, in piccole dosi.
 
Mela, pera, kiwi, uva rossa, frutti di bosco e sì, anche la frutta secca, hanno delle qualità molto interessanti e salutari, ma non sono i soli! Attenzione con la frutta secca, è calorica.
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Assemblare, preparare e servire il pasto
 
Eccoci arrivati al momento clou! Ora che le carte sono in tavola, vediamo come, in pratica, usare queste informazioni e completare il quadro.

 
Pasto vegetariano
 
Un bel pranzetto domenicale, può tranquillamente essere appagante e conciliare l’etica dell’umano, oppure occasione per variare dagli alimenti già dati durante il resto della settimana o contenuti nel mangime.
 
  • Avena con olio, ceci, rucola, finocchio, pomodoro.
  • Farro, contorno composto da uova, broccolo, cetriolo e mela.
  • Quinoa con olio, mista a fagioli, piselli, su un letto di radicchio e zucchine.
 
Pasto proteico
 
Per chi in settimana ha poco tempo per spignattare, per chi ha un cucciolotto in crescita o semplicemente perché, che vuoi farci, oggi tocca alla razione proteica!
 
  • Orzo, fegato di coniglio, peperone rosso, fagiolini verdi e valeriana.
  • Riso bruno, alette di pollo, broccolo, carote e un pezzetto di mela come dessert.
  • Patate accompagnate da sardine intere, cavolo, pomodoro e kiwi.

 
Pasto per un adulto
 
Qualche spunto per un normale ratto adulto, con un po’ di gusto e varietà. Le zucchine se non gradite possono venir frullate insieme a qualcosa di appetitoso, come i fagioli.
 
  • Grano saraceno su foglie di indivia riccia, con fagioli borlotti, zucchine e olio.
  • Miglio con bocconcini di soia, sedano, radicchio e qualche seme di girasole..
  • Mais fresco servito con petto di pollo, broccoli, tarassaco e olio.


     
Cosa cuocere
 
Da dare tassativamente cotti: pesce, carne, uova (tranne quaglia), i legumi non elencati nel paragrafo dedicato, carciofi, tofu fatto in casa, patate dolci, cavolo rosso, cavolini di Bruxelles.

 
Quanti pasti e quando
 
Il pasto domenicale si può dividere in due tranches oppure dare in un unico momento. La prima scelta si può adattare bene ai ratti anziani, o molto giovani, o che non sono abituati a ricevere una sola ciotola al giorno, oppure quelli malati.
Riguardo al quando, dipende dalla vostra routine; essendo animali crepuscolari, è sicuramente più facile che siano abituati a rimpinzarsi verso l’ora di cena.
Quindi, l’unico consiglio utile può essere quello di dividere le verdure dal resto, dandole quando hanno più fame, qualora non siano molto abituati ad apprezzarle.
 
Ogni quanto si può dare un pasto casalingo?
 
Meglio limitarsi alla domenica! Formulare correttamente ogni pasto in modo che sia equilibrato non è per niente facile, qui ho parlato a grandi linee dei principali macronutrienti in maniera molto blanda, e già così può non essere immediato capire come evitare di dare per esempio proteine o carboidrati nelle quantità corrette. Bilanciare anche le complesse interazioni dei minerali, o conoscere in maniera approfondita il fabbisogno dei ratti, è decisamente complicato.
Le carenze possono essere letali, un pasto non perfettamente in linea coi fabbisogni non fa danni, ma una dieta casalinga estesa sì.




Finito! Spero che questo piccolo vizio entri a far parte anche delle vostre abitudini come nuova routine domenicale, e che abbia solleticato qualche curiosità, e che abbia dato una spinta a informarsi e approfondire gli argomenti trattati, scoprendo cose nuove e utili anche per la nostra alimentazione.
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