top of page

Il foraging

Questo articolo è stato pubblicato sul secondo numero della rivista "The Rat Press".
Per leggerla, clicca QUI!

​

​

​

 

Foraging: Il far provvista di foraggio e vettovaglie. Si dice anche, in etologia (in ing. foraging), del comportamento di quegli animali che, nel loro ambiente, vanno muovendosi in continua ricerca di cibo per sè e per la propria prole
 


Dizionario Treccani

 

Una delle prove quotidiane che dobbiamo affrontare, in quanto proprietari responsabili, si chiama lotta contro la noia.
Questo insidioso nemico non è facile da individuare, a un ratto annoiato non casca il pelo o spunta un nuovo occhio, non siamo in grado di comunicare verbalmente in maniera efficiente e nemmeno osservandoli molto bene possiamo sempre  capire con precisione il grado di noia che li affligge.
Generalizzando e tenendo sempre a mente lo straordinario arcobaleno dei caratteri e delle sue molteplici espressioni, possiamo dire che quando sono annoiati possono essere come spenti e poco reattivi, oppure troppo scattanti, sempre pieni di energie e perennemente pronti a combinare qualche guaio, diciamo più del solito!

Ci troviamo in casa delle piccole macchine progettate per imparare alla svelta, procacciarsi un’enorme varietà di cibi e un cervello davvero niente male, il che richiede un po’ di sforzo per immedesimarsi e capire le loro necessità.
Quello che possiamo chiamare “grado di annoiabilità”, dipende anche da specifici fattori; in primis il succitato carattere, più sono intelligenti e attivi, più dovremo ingegnarci, poi abbiamo l’età: un individuo giovane ha più necessità ed energie. Anche il sesso può giocare le sue carte, in genere le femmine sono più sveglie e hanno una maggiore elasticità mentale - questa è una grossa generalizzazione, ma a volte si possono osservare spiccate differenze tra i generi-, altra grossa fetta la fa il processo di apprendimento, un ratto che ha sempre vissuto, soprattutto durante il periodo sensibile, in un ambiente con pochi stimoli, non sviluppa al 100% la curiosità e il normale  bisogno di movimento, spesso sono i classici ratti pigri poco interessati nelle attività proposte.

 
Ora soffermiamoci per un attimo sulla natura del ratto: dove l’ha portato l’evoluzione e come questo può darci spunti per combattere il nostro nemico invisibile.

Il Rattus norvegicus è un onnivoro, cioè si nutre sia di alimenti di origine vegetale che animale, e con una varietà davvero molto ampia! Si è evoluto sia per cacciare diversi animali (uccelli e le loro uova, altri piccoli roditori, pesci, anfibi, artropodi, insetti, lombrichi, rettili, bivalvi e tanti altri) che per procacciarsi nutrimento da vari vegetali mangiando tra le altre cose semi, foglie, frutti, radici e... non disdegnano nemmeno le carcasse e la spazzatura umana!
Tantissime fonti diverse che richiedono diverse tattiche per essere trovate e consumate, una gamma ampissima di strategie messe in atto per il sostentamento alimentare! Sono specializzati nella varietà, sono capaci di trovare cibo grazie ai loro sensi più sviluppati, cioè l’olfatto e il tatto. Quei meravigliosi baffoni e il naso sempre in movimento, hanno un ruolo chiave nella loro sopravvivenza.
 
Per forza di cose non possiamo replicare tutti questi comportamenti nelle nostre case, ma possiamo e dobbiamo fare qualche sforzo per cercare di proporre alcune di queste attività naturali e istintive.
​
 
I giochi "intelligenti"

Pensati per altri animali più convenzionali come cani gatti e conigli, possono essere acquistati per dare un po’ di lavoro alle meningi dei nostri protetti.
Solitamente si tratta di scatole con diversi scompartimenti a cui si può accedere solamente compiendo specifiche azioni come tirare una leva, spostare in una direzione una specifica parte o tirare una cordicella.
Sono molto interessanti, si può vedere quanto impegno ci mettono, come affrontano in maniera diversa l’uno dall’altro il problema e, diciamolo, le loro capacità di problem solving sono spesso superiori a quelle di diversi cani, testato personalmente!
Consiglio di usare come alimento qualcosa di particolarmente gradito e odoroso, per le prime volte, questo darà uno sprint alla performance.
Prima dell’acquisto controllate sempre le dimensioni, che devono essere compatibili con la loro stazza, un giochino troppo grosso potrebbe essere del tutto inutilizzabile. Non sottovalutate nemmeno le loro capacità, un gioco troppo semplice li annoierà ben presto.
Si possono reperire difficilmente in negozio e con decisamente più facilità online, su siti come Rosicchiando o Ziprar… Se non siete ancora Soci Rat Rescue, affiliatevi subito per ottenere il diritto agli sconti!
​
 
Giochi fatti in casa
​
Per ampliare il repertorio e spendere poco o niente, si possono creare diversi aggeggi.
Nostro caro amico è il rotolino di cartone, sia quelli morbidi che quelli più rigidi. I primi possono essere tagliati in diversi dischi, per formare una palla con al centro uno spazio da riempire di golosità o anche col mangime oppure incisi e chiusi, creando un piccolo scrigno da aprire a suon di denti. Quelli rigidi invece possiamo riempirli al centro con il cibo, nascondendolo poi con uno strato di carta, fieno o altri materiali non edibili, ben pressati. Vederli in affanno per arrivare al gustoso premio è davvero appagante!
Possiamo anche sfruttare gli spazi verticali per appendere una bottiglia di plastica, riempita di carta, scottex, fieno e alimenti, creare una specie di spiedino con tappi, cartone, ancora le anime di cartone della carta da cucina e legnetti, a cui inframezzare i graditi spuntini.
Sempre da posizionare sospese, si possono fabbricare delle “collane edibili”, unendo pezzetti di verdura su un filo di spago, possibilmente in una posizione non troppo comoda da raggiungere, che li costringa a stare sulle punte delle zampe o ad arrampicarsi!
​
​
Accessori appositi
​
Qui il mercato non offre una scelta molto variegata e, soprattutto, che li impegni a lungo, ma spulciando per bene si possono trovare: vari tipi di sfere con foro o direttamente forate, da riempire di cibo, da far rotolare per permettere alle leccornie di cadere fuori, mangiatoie sferiche da appendere (attenzione, non sono sicure per alcuni animali come cavie e cincillà, coi ratti le uso e non ho mai avuto o letto di incidenti, ma comunque bisogna prestare attenzione!) o da sistemare esterne alla gabbia. Queste ultime non sono un granchè divertenti, ma come si suol dire, tutto fa brodo!
Consiglio di dare uno sguardo non solo nelle zone dei negozi online dedicate a roditori e lagomorfi, ma anche a quelle di cani, gatti e uccelli!
 
​
Nascosti in acqua
​
I ratti selvatici spesso si trovano lungo i corsi d’acqua, sono capaci di “pescare”, stare a lungo in apnea a rovistare il fondale e nuotare istintivamente.
Se la stagione è quella giusta, possiamo sfruttare anche questa inaspettata barriera per farli divertire e nutrire al contempo.
Non vanno assolutamente presi e gettati in acqua, bensì devono essere loro ad avvicinarvisi e ad avventurarsi, inizialmente scegliete un recipiente basso e largo che abbia un facile accesso, riempitelo d’acqua a temperatura ambiente e spargete sul fondo piselli, mais, pasta o altri alimenti che non si sfaldino troppo! I più intrepidi non tarderanno ad sfidare la sorte per ottenere il compenso! E daranno anche una spinta ai più timorosi.
Via via che prendono dimestichezza, si può aumentare il livello d’acqua e aggiungere anche dei sassetti per rendere il tutto più difficile.
​
 
Scavo-scatole o digging box 
​
Questo è uno dei miei strumenti preferiti, abbinato allo scatter feeding (di cui si tratta giusto nel prossimo paragrafo).
La scavo-scatola è, appunto, una scatola. Questa scatola dev’essere profonda e ampia, non traballante e, se proprio vogliamo fare le cose benissimo, avere un bel coperchio corredato di grossa apertura.
Questo favoloso oggetto dev’essere riempito di materiali scavabili e adatti allo scavare, ma non fino all’orlo, pena il ritrovarsi tutto quanto in giro per la gabbia e sul pavimento. E la scatola mezza vuota.
Possiamo creare una miscela di materiali come canapa trinciata, fieno, striscioline di scottex o giornale o carta, fibra di cocco o terra sterilizzata,  oppure comprare dei mix già fatti e pensati allo scopo!
La digging box può essere lasciata ininterrottamente in gabbia, non con sempre al suo interno generi alimentari, non va bene lasciare perennemente cibo a disposizione tranne casi eccezionali. Altrimenti, la si può sottoporre a ispezione solo ogni tanto o solamente durante le uscite in libertà!
 
​
Scatter feeding
​
Letteralmente, alimentazione sparpagliata.
Questa favolosa tecnica ha innumerevoli benefici e spesso viene intesa come termine ombrello per svariati modi di fare foraging. Oltre a tenerli impegnati davvero a lungo, aumenta la coesione sociale e alcuni hanno anche osservato un appianamento delle liti legate all’alimentazione e, nel caso si abbiano ratti grassi e snelli nella stessa colonia, un divario minore circa la massa grassa.
Come funziona? In realtà è molto semplice, ed è anche il motivo per cui dovremmo cominciare ad avere tutti delle scavo-scatole, specialmente chi usa il substrato solo nelle angoliere, e usare molto meno le ciotole, se non abolirle quasi del tutto.
In pratica, bisogna spargere il più possibile il cibo - nello specifico è rivolto alla parte “secca”, cioè mangime ed eventuali premi non umidi - nella gabbia.
Prendete la solita quantità di croccantini e sparpagliatela ovunque: sui ripiani, dentro, fuori e attorno gli arredi della gabbia, nelle diggin box e nella lettiera.
Il metodo più efficace è il mischiare il più possibile una ampia quantità di  substrato la razione quotidiana. Passeranno diversi minuti a scavare, usando zampe, vibrisse e olfatto.
Se vi preoccupa il fatto che possano non trovare abbastanza cibo, non avete nulla da temere, ricordiamoci che si sono evoluti proprio per quello! Se invece quello che vi preoccupa è che gli alimenti vengano a contatto con feci e urina… Beh, il fatto che urinino spesso su quello che mangiano per comunicare e che siano coprofagi, dovrebbe fugare ogni dubbio.
 
​
Sfruttare i diversi cibi​​
​
Non tutto si può mixare al substrato, ma non deve certo fermare la nostra e loro creatività, giusto?
Verdure e frutta fresca si possono anche incastrare tra le sbarre (non se la gabbia è zincata, occhio!), appoggiare sul tetto e nascondere o appendere, come dicevamo più in alto.
Si può anche provare a somministrarla fuori dalla gabbia, magari verso la fine, prima di rimetterli dentro! Magari non mangeranno, però potrebbero darsi un bel da fare spostando e occultando il tutto da un punto all’altro!
Le uova si possono fornire intere, il guscio è edibile anche se non molto invitante, e li vedremo rincorrere quella strana sfera allungata, litigarsela e lanciarla giù dai ripiani. Le prime volte può darsi siano confusi o indifferenti, nel caso possiamo fare un piccolo foro per invogliare.
Tra le possibilità ci sono anche gli insetti vivi. Alcuni non riescono a fornirli, comprensibilmente. Magari può aiutare il sapere che la ricerca scientifica suggerisce il fatto che svariati insetti non riescano a percepire il dolore (cercando su un motore di ricerca “nocicettori insetti” oppure “do insects feel pain?”, ci si può documentare).
Camole della farina e grilli in vetta, possono essere offerti vivi, per stimolare e appagare predatorio e fame. Si possono costruire o adattare appositamente dei contenitori, per evitare di trovarsi bestiole per casa! Non tutti al primo impatto capiscono cosa devono fare, ma col tempo si sciolgono e arriveranno ad attenderli con ansia.

 
Concludendo, a volte non realizziamo quanto siano bravi nel trovare cibo e in buona fede semplifichiamo troppo questo processo! Quando dormiamo o non siamo in casa o non ci stiamo occupando direttamente di loro, abbiamo il diritto e dovere di tenerli il più possibile impegnati, risvegliando e stimolando quegli istinti che fanno del ratto la meravigliosa e sorprendente creatura che amiamo.
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
​
Nel video: Asche, Elettra e Tre.

​

​

​

bottom of page